Chi siamo
L’Ecomuseo dei Picentini - Le Terre della Felicità nasce per la valorizzazione e la promozione del patrimonio materiale e immateriale dell’area picentina raccordando tutte le componenti culturali, storiche, artistiche, archeologiche, ambientali, gastronomiche, paesaggistiche del territorio picentino, al fine di rafforzare l’identità dei luoghi e creare un sistema di attrattività turistica che possa produrre significative ricadute anche sull’economia locale.
- 10 Comuni: Pontecagnano Faiano, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, S. Cipriano Picentino, Olevano sul Tusciano, Acerno, S. Mango Piemonte, Castiglione del Genovesi
- Ambito territoriale di 371 Kmq con una popolazione di oltre 100.000 abitanti
- 7 km di fascia costiera
- Parco Regionale dei Monti Picentini
- Museo Archeologico Nazionale “Gli Etruschi di Frontiera” e Parco archeologico
- 2 elementi culturali iscritti nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano
L’Ecomuseo dei Picentini – Le Terre della Felicità è un museo diffuso e partecipato, nato per mettere in relazione il patrimonio culturale, ambientale e umano del territorio dei Monti Picentini con la sua comunità.
Non è un museo tradizionale, ma un laboratorio di cultura viva, dove ogni abitante è parte attiva nel custodire e trasmettere memorie, saperi, paesaggi, tradizioni e risorse del territorio. È un ecosistema di relazioni, dove il passato dialoga con il presente per costruire futuro.
La nostra storia
«È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri», sosteneva Antonio Genovesi, filosofo ed economista italiano, nato a Castiglione del Genovesi (SA), a cui, nel 1754, fu affidata la prima cattedra di economia per la quale impartirà “Lezioni di economia civile”.
Tra i maggiori esponenti dell’illuminismo italiano, Genovesi guarda con disapprovazione all’arretratezza in cui versava il Regno di Napoli; Genovesi indica proprio il mercato come luogo di mutua assistenza e reciprocità: la peculiarità della sua riflessione consiste nel veicolare un’idea di economia legata ai concetti di pubblica felicità e incivilimento. Il cardine di tutta la sua riflessione è rappresentato dal principio di relazionalità come costitutivo della persona: «niuno stato umano è da reputarsi più infelice quanto è quello di essere soli, cioè slegati da ogni commercio de nostri simili. È un detto di Aristotele bello e vero, che è forza che l’uomo solitario e contento di sé solo sia o divinità o una bestia».
Per questo partiamo proprio dalla figura di Genovesi per un Patto di collaborazione che si propone di porre al centro la persona e considera i nostri territori luoghi di accoglienza e mutuo vantaggio.
L’economia civile rappresenta lo spazio delle relazioni sociali, da cui poi derivano: bene comune, felicità, reciprocità, gratuità. Le relazioni sociali, quindi, sono alla base dell’economia civile e rappresentano la cerniera tra economia e felicità. Recenti studi dimostrano come il livello di felicità soggettivo non sia legato all’aumento del reddito o del benessere materiale: si è soliti parlare, a questo proposito, di “paradosso della felicità in economia”.
La felicità è determinata dalla persona con la sua identità (non l’individuo anonimo) e le relazioni interpersonali. Porre al centro la persona, rafforzare delle relazioni sociali, creare e diffondere, al proprio interno e nella realtà circostante, una migliore qualità della vita.
L’Ecomuseo nasce nel 2018 come iniziativa dal basso promossa da associazioni del territorio, tra cui Paesaggi Narranti e Legambiente Campania – Circolo Occhi Verdi, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale “Gli Etruschi di frontiera”, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Direzione Regionale Musei Campania.
Dopo anni di attività, progetti condivisi e costruzione di una rete di alleanze tra cittadini, enti, istituzioni e realtà culturali, l’Ecomuseo dei Picentini ha ottenuto nel dicembre 2024 il riconoscimento ufficiale della Regione Campania con D.D. n. 217/2024, secondo quanto previsto dalla Legge Regionale 13/2023.
Questo riconoscimento sancisce la nascita di una nuova forma di governance culturale territoriale, fondata sulla collaborazione orizzontale, sulla progettazione condivisa e sulla valorizzazione partecipata dei beni comuni.
I nostri principi
Il cuore pulsante dell’Ecomuseo è un Patto di Collaborazione tra l’APS Ecomuseo dei Picentini e una rete in crescita di associazioni, Pro Loco, enti pubblici e privati. Questo patto definisce non solo obiettivi, ma una vera e propria visione condivisa.
Il nostro impegno
-
Custodire il patrimonio materiale e immateriale: dalla memoria collettiva ai paesaggi rurali, dai beni archeologici alle tradizioni popolari, dalla musica alla gastronomia, ogni elemento è parte integrante dell’identità locale.
-
Fare sistema: unire risorse culturali, tecniche e creative per rafforzare l’identità dei luoghi e generare nuova attrattività turistica sostenibile.
-
Coinvolgere attivamente le comunità: attraverso le Mappe di Comunità, i laboratori partecipativi, l’adozione condivisa dei “patrimoni” locali e la costruzione di percorsi educativi per le nuove generazioni.
-
Rendere la cultura accessibile: mediante centri di documentazione, percorsi tematici, mostre, eventi, attività didattiche e azioni di comunicazione innovative.
-
Promuovere il territorio: attraverso la creazione di itinerari naturalistici, archeologici, artistici e gastronomici; la digitalizzazione dei dati e la collaborazione con enti di ricerca e università.
-
Condividere e crescere: ogni attività è frutto di progettazione comune, monitoraggio continuo e valutazione collettiva dei risultati, con l’obiettivo di costruire un modello replicabile.
Un territorio, una comunità, un patto
L’Ecomuseo dei Picentini non è un progetto “per” il territorio, ma “con” il territorio.
È una forma di cittadinanza culturale attiva, che si fonda su:
-
partecipazione autentica;
-
collaborazione istituzionale;
-
ricerca e innovazione;
-
cura e narrazione del territorio e della comunità.
È una risposta concreta alla frammentazione culturale, alla perdita di memoria, alla marginalizzazione delle aree interne.
Nel cuore delle Terre della Felicità, l’Ecomuseo promuove:
-
itinerari tematici e locali, costruiti con le comunità
-
strumenti di progettazione dal basso e pratiche partecipative
-
mappe di comunità come forme visive di memoria condivisa
-
tavoli di lavoro intercomunali, luoghi di concertazione tra associazioni ed enti pubblici per la rigenerazione culturale
-
il Centro di Documentazione dell’Ecomuseo dei Picentini – Ce.D.E.P., spazio di studio, archiviazione e memoria attiva
-
interventi di rigenerazione urbana e residenze d’artista diffuse, che restituiscono senso e bellezza ai luoghi
Le Terre della Felicità non sono un’utopia, ma una possibilità reale, costruita insieme, ogni giorno.