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Benvenuti nel cuore culturale e naturale dei Picentini

Un viaggio condiviso nella memoria e nei paesaggi, dove la comunità racconta sé stessa e costruisce il futuro custodendo il passato.

ecomuseo dei picentini - terre della felciità

Un ecosistema culturale condiviso, dove la comunità diventa custode del territorio.

L’Ecomuseo dei Picentini – Le Terre della Felicità nasce dall’idea che ogni luogo ha una voce, una memoria collettiva e una bellezza che merita di essere custodita, narrata e vissuta. Non è un museo tradizionale, ma un laboratorio vivo, partecipato e diffuso, che si estende su un’area di oltre 370 km² nei Monti Picentini, coinvolgendo 10 Comuni (Pontecagnano Faiano, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, San Cipriano Picentino, Olevano sul Tusciano, Acerno, San Mango Piemonte, Castiglione del Genovesi).

Questo territorio è un mosaico di paesaggi naturali, memoria storica, saperi antichi, identità locali, espresso attraverso sentieri, luoghi simbolici, tradizioni popolari, architetture rurali, antichi mestieri, sapori e racconti tramandati.

L’Ecomuseo mette in relazione persone, luoghi e patrimoni, attivando percorsi di conoscenza condivisa, educazione al territorio, cittadinanza attiva e innovazione culturale. È un patto tra le comunità e il paesaggio, un impegno collettivo per rigenerare l’identità dei luoghi e costruire nuove narrazioni che parlino al presente, con radici ben piantate nella storia.

La nostra missione

Raccontare, valorizzare e condividere: tre verbi che guidano ogni nostra azione. Sono il cuore pulsante della missione dell’Ecomuseo dei Picentini – Le Terre della Felicità, dove la memoria diventa futuro e la cultura si trasforma in strumento vivo per generare bellezza, consapevolezza e sviluppo sostenibile.

Raccontiamo il territorio attraverso storie, voci, luoghi, immagini e memorie. Ogni borgo, ogni sentiero, ogni tradizione locale diventa parte di un grande racconto collettivo, accessibile e inclusivo, costruito insieme ai suoi abitanti.

Valorizziamo le ricchezze materiali e immateriali della nostra terra non come “reperti” da conservare, ma come risorse da rigenerare: percorsi naturalistici, archeologia diffusa, mestieri scomparsi, paesaggi rurali, ricette tradizionali, musiche popolari e riti di comunità. Ogni elemento è una tessera di un mosaico identitario, da vivere, interpretare e trasmettere.

Crediamo nella cultura come leva trasformativa per costruire consapevolezza, rigenerare il senso di appartenenza e attivare percorsi di sviluppo locale realmente sostenibili.

E crediamo che la partecipazione sia la vera ricchezza: è la comunità che rende vivo l’ecomuseo, che lo orienta, lo alimenta, lo trasforma. Non c’è tutela senza relazione, non c’è futuro senza memoria condivisa.

CE.D.E.P. – Centro di Documentazione dell’Ecomuseo dei Picentini

Il Centro di Documentazione (CE.D.E.P.) è il cuore pulsante della memoria picentina. Un archivio vivo, accessibile e in continuo aggiornamento che raccoglie e valorizza il patrimonio documentale, fotografico, audiovisivo e bibliografico dell’Ecomuseo.

Funzioni principali:

  • Raccolta, catalogazione e condivisione di materiali storici, etnografici e culturali

  • Accesso a mappe di comunità, studi territoriali, ricerche partecipative

  • Pubblicazione dei Quaderni dell’Ecomuseo, in formato cartaceo e digitale

  • Collaborazione con enti, università e centri di ricerca

  • Attività formative, seminari e workshop per la comunità

Il CE.D.E.P. rappresenta un ponte tra passato e futuro, tra ricerca e cittadinanza attiva, rendendo visibile ciò che rende unici i nostri territori.

Prossimamente online…

✔️ Mappa interattiva dei percorsi culturali e naturalistici
✔️ Itinerari digitali con contenuti multimediali
✔️ Archivio documentale accessibile online
✔️ Eventi, laboratori e news dal territorio
✔️ Area partecipativa per comunità e visitatori

Un ecomuseo è uno specchio in cui questa popolazione si guarda, per riconoscersi, cercando la spiegazione del territorio al quale appartiene, assieme a quelle popolazioni che l'hanno preceduta, nella discontinuità o nella continuità delle generazioni. Uno specchio che questa popolazione offre ai propri ospiti, per farsi meglio comprendere, nel rispetto del suo lavoro, dei suoi comportamenti, della sua intimità.

Georges Henry Rivière

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